Descrizione
Rabarbaro alpino
Il Rabarbaro alpino è una specie che per le sue esigenze ecologiche e
quindi per i luoghi preferenziali dove vive, appartiene ad un gruppo di
piante chiamate dai botanici «nitrofile» cioè «amanti dell'azoto».
Questa pianta infatti si insedia copiosissima nei pascoli alpini, vicino
a stalle dove le mandrie stazionano più frequentemente e dove i loro
rifiuti organici ricchi di sostanze azotate si accumulano maggiormente.
Da queste premesse, si potrebbe pensare al Rabarbaro alpino, se non ad
una pianta velenosa, quanto meno ad una specie da non considerare da un
punto di vista erboristico e terapeutico.
Al contrario, nel suo metabolismo, la pianta elabora, servendosi
soprattutto delle sostanze azotate, dei principi chimici benefici ed
utilizzabili in erboristeria.
Ogni sua parte compresa la radice gode di proprietà toniche, diuretiche,
sudorifere e depurative.
Habitat Rabarbaro alpino
Luoghi erbosi umidi, nelle vicinanze degli alpeggi, nella zona montana
delle Alpi e degli Appennini fino al monte Pollino in Calabria.
Fioritura: Luglio-Agosto.
Tempo balsamico: Ottobre.
Parti usate: Foglie e la radice.
Proprietà: Depurative, lassative, diuretiche, antianemiche.
Componenti principali: Composti tannici e antrachinonici, grassi,
zuccheri, ferro, ossalato di calcio.
Preparazioni Rabarbaro alpino
Polvere: (Stitichezza)
Versare in un'ostia 1 gr. di radice finemente polverizzata. Da prendere
una volta al giorno la sera prima di coricarsi.
Vino: (Ricostituente, antianemico)
Versare in un litro di vino di buona qualità, bianco o rosso, 15 gr. di
radice in polvere.
Lasciare in infusione per 7 giorni, far filtrare il liquido con carta da
filtro e prenderne un bicchierino all'inizio dei pasti principali.
Nota: Le foglie giovani vengono consumate a guisa di spinaci; per uso
esterno si applicano sulle parti infiammate come rinfrescanti.
Nomi dialettali Rabarbaro alpino
Rumes, Lavassa (Piem.),
Rcemes, Lapass (Lomb.),
Lavàzz de mont (Fri.),
Rabarbaro falso (Tose.),
Raponticu (Sic.).
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